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13Set

L’Italia in cerca di 17mila autisti: «Serve il decreto flussi ad hoc»

La ripresa economica che ha seguito la grave crisi pandemica rischia ora di incepparsi perché le imprese del settore non riescono a trovare autisti per le proprie flotte e il problema non è soltanto nazionale, ma europeo. “L’aumento della domanda di trasporto che arriva dal mondo produttivo, l’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, le inefficienze del sistema distributivo con insopportabili aumenti dei tempi attesa allo scarico e uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che a sua volta genera un aumento dei tempi di consegna delle merci sta creando una miscela esplosiva, amplificata dalla mancanza di autisti” – è il grido di allarme di Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA, l’Associazione del trasporto e della logistica di Confindustria.

La proposta di Anita per un decreto ad hoc


Per affrontare questo nodo, l’associazione propone alcuni provvedimenti a breve e medio termine. Tra i primi spicca la richiesta d’inserire una quota dedicata agli autisti nel decreto flussi, per favorire il reclutamento di immigrati tra le imprese dell’autotrasporto. Anita precisa che questa non è “la” soluzione al problema, ma fornirebbe un contributo positivo. Spiega Baumgartner: «Inizialmente, il trasporto merci è stato escluso dal decreto flussi. Poi è stato ammesso, ma assieme ad altri settori, tipo edilizia e alberghiero. Tuttavia, il contingente per la logistica è stato subito esaurito dagli altri settori. Noi chiediamo una quota riservata esclusivamente per i conducenti di mezzi pesanti». Su questo punto Anita attende risposte positive da parte del governo.


Gli autotrasporti in Gran Bretagna

Un esempio di come potrebbe degradare la situazione dell’autotrasporto viene dalla Gran Bretagna, che già ora sta subendo le conseguenze di una carenza di autisti aggravata dalla Brexit. Nell’isola le catene della Gdo, che stanno subendo gravi problemi di approvvigionamento dei supermercati, hanno scatenato una vera “caccia all’autista”, a colpi d’incentivi per i nuovi assunti e aumenti salariali. Si è giunti alle 5000 sterline di aumento annuo offerte dalle catene John Lewis e Waitrose.

La mancanza di interesse per la professione

Il problema è legato all’assenza di un ricambio generazionale, la fine di un ciclo che la pandemia ha accelerato. Un rapporto del sindacato tedesco DSLV (uno dei più grandi d’Europa) riferisce che ogni anno sono 30 mila gli autisti che lasciano la professione – la maggior parte per andare in pensione – ma solo 2 mila ottengono nello stesso periodo la qualifica professionale. Nei prossimi quindici anni due terzi degli autotrasportatori tedeschi andranno in pensione e sarà impossibile, se non si interviene con politiche attive, sostituirli tutti. Risultato, le imprese hanno flotte meno capaci di rispondere alla domanda di mercato, aumentano i tempi di attesa negli hub logistici e nei porti, le autostrade in queste zone tendono ad incolonnarsi più spesso.

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